Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:12:09

Juve, quest’anno lo scudetto è tutto tuo

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La Juventus conquista sul neutro del Nereo Rocco di Trieste il suo meritato ventottesimo scudetto, (il trentesimo sul campo) con una giornata di anticipo, superando le flebili velleità di un Cagliari già salvo e che non ha più niente da chiedere a questo campionato. I bianconeri si impongono per 2-0 con le reti di Vucinic e Canini (autogol) ed approfittano, così, del passo falso del Milan, sconfitto per 4-2 nel derby del Meazza, contro l’Inter, in una partita caratterizzata da alcuni episodi incerti e cruciali nell’economia della lotta scudetto tra i rossoneri e la squadra torinese, e il cui esito ridisegna, ancora una volta, la griglia delle pretendenti all’Europa a 90’ dalla fine della stagione.

Al termine del penultimo turno di questo torneo di Serie A, si infrange, dunque, definitivamente l’equilibrio di un duello senza esclusione di colpi (di scena), durato ben 37 lunghe giornate, e volto finalmente a conclusione in favore dei neo laureati campioni d’Italia della Juve.

I giocatori bianconeri sono stati gli artefici di una cavalcata senza precedenti nel nostro campionato, dati anche i recenti e nefasti trascorsi della squadra più titolata d’Italia, costretta a ripartire dalla cadetteria nel 2006, e riapprodata tra le tante difficoltà a traguardi che più gli competono. Il team allenato da Antonio Conte, ritenuto il grande condottiero delle operazioni di successo della Juventus di quest’anno, può concludere imbattuto questo torneo. Ci riuscirà qualora faccia risultato nell’ultimo appuntamento casalingo della stagione, contro l’Atalanta, allo Juventus Stadium.

La Juve dovrà poi superare il Napoli nella finale di Coppa Italia in programma Domenica 20 Maggio allo Stadio Olimpico di Roma per bissare il successo in campionato, e aggiungere sulle maglie la prima stella d’argento a quella, tanto discussa, terza stella d’oro che la società ha annunciato di voler inserire il prossimo anno.

IL derby: A rendere ancora più entusiasmanti le battute finali di questa Serie A 2011/2012, ci ha pensato il derby di Milano, arbitro inatteso, alla vigilia di questa stagione, delle sorti di Juve, Milan e Inter, tutte e tre accomunate in un confronto a distanza da motivi di orgoglio oltre che di risultato.

Apre Milito dopo quattordici minuti, risponde Ibrahimovic in chiusura di prima frazione segnando un rigore generosamente concesso da Rizzoli per presunto atterramento in area di Boateng da parte di Julio Cesar. In apertura di ripresa, dopo appena un minuto, è ancora lo svedese a mettere il timbro del momentaneo raddoppio del Milan. Si tratta di una rete pesantissima, che issa stabilmente il campione rossonero al vertice della classifica marcatori, e che ha soprattutto l’effetto di mettere grande pressione alla Juventus e a tutto il popolo bianconero, spaventato, anche dalla fitta pioggia che cade su Trieste, e che per un attimo riporta a galla, nella mente di molti tifosi, qualche brutto presagio di quella maledetta domenica pomeriggio di Perugia del 2001. La paura dei fedelissimi juventini dura, però, pochi minuti; Abate atterra Milito in area, confermando di soffrire tremendamente le incursioni del numero 22 interista. Calcio di rigore: Lo stesso argentino si incarica della battuta dal dischetto e rimane freddo dagli undici metri. Spiazzato Amelia e parità ristabilita sul2-2. Non è finita; Ancora pochi giri di lancetta e il direttore di gara assegna il secondo rigore ai nerazzurri, il terzo penalty di una serata complicata per tutta la terna arbitrale, colpevole ingiustificata di sviste come quella del primo tempo (colpo di testa di Cambiasso respinto da Abbiati oltre la linea di porta) che, visto lo sviluppo successivo dell’incontro, avrebbe forse potuto falsare in maniera determinante l’esito di questa chiusura di campionato.

E invece no. Il dolce, quasi insperato copione di cui la Milano rossonera auspicava il compimento, non va in scena. Nesta stoppa con il braccio, da distanza ravvicinata, il colpo di testa in avvitamento di Pazzini. Milito si ripresenta dal dischetto e fa nuovamente centro per il 3-2.

I rossoneri, aggiornati del doppio e ormai sicuro vantaggio della Juventus contro il Cagliari, si gettano in avanti, ma con scarsa lucidità e convinzione , e a 3’ dal 90’ è ancora l’Inter ad andare a segno con un bolide terrificante di Maicon dai 25 metri, la cui traiettoria illumina la notte di S. Siro e dipinge di tricolore quella di Trieste per la Juve, chiudendo di fatto il sipario sulle residue e deboli speranze scudetto del Milan.

Si chiude, così, un altro capitolo del nostro calcio, culminato con un nuovo e particolare incrocio dei destini di Juventus e Inter. È curioso notare, infatti, come sia stata proprio l’Inter, da sempre acerrima e storica rivale (sul campo e nei tribunali sportivi) della Juventus, la squadra responsabile del nuovo scudetto juventino, e che ha in un certo qual modo restituito, o meglio “ricucito” un sigillo strappato alle maglie bianconere da una giustizia sommaria, desiderato e rincorso per sei anni, e infine oggi legittimo e meritato per coloro i quali hanno il cuore a strisce bianche e nere.

Domenica prossima gli ultimi verdetti: In zona Europa sono in corsa quattro squadre. L’Udinese, vicinissima al terzo posto grazie al successo per 2-0 sul Genoa, non ancora certo della salvezza aritmetica, la Lazio vittoriosa a Bergamo e il Napoli sconfitto a Bologna con il medesimo risultato, e infine l’Inter di cui abbiamo già parlato. La Roma, fuori dalle coppe per il secondo anno consecutivo saluterà probabilmente il tecnico Luis Enrique a fine stagione. In zona retrocessione, il Lecce di Serse Cosmi può ancora sperare fino alla fine nella permanenza in Serie A, Genoa permettendo.



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