Venerdi, 29 marzo 2024 - ORE:01:26

Juve-Roma: il gap non cambia. Ma quante polemiche per le decisioni arbitrali

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L’Apache della Juve non perdona, ma il Toro recrimina

Dodici anni senza gol nel derby. Sembra essere una vera e propria maledizione quella del Torino, che dal 2002 non riesce a segnare un gol ai rivali cittadini.
Se i tifosi granata vorranno sperare di invertire questa statistica impietosa, dovranno aspettare almeno un altro anno. Il derby della Mole di fine febbraio 2014 infatti, è ancora di proprietà della Juventus, che nel proprio Stadium sempre più invalicabile supera i “cugini” per 1-0 proseguendo a vele spiegate la sua rotta in direzione scudetto.
A differenza di altre partite però, per gli uomini di Conte non è stata per niente una passeggiata.
Poche occasioni da gol ed un Torino che nella seconda parte di gara si è ben comportato di fronte ai campioni d’Italia.
A decidere il derby ci ha pensato il solito Carlos Tevez (da oggi in testa alla classifica marcatori insieme all’infortunato Beppe Rossi) con un gol da fuoriclasse: aggancio del pallone da fuori area, girata improvvisa e staffilata che si va ad insaccare nella porta difesa da Padelli.
Un “aiutino” per la Juve arriva però dall’arbitro Rizzoli, che nel secondo tempo non considera da rigore l’intervento di Pirlo su El Kaddouri.
Sgambetto evidente” ha dichiarato il tecnico Ventura a fine gara. “Il rigore ci poteva stare” ha ammesso il collega Conte. E se a pronunciare queste parole è il tecnico juventino, significa che il Toro non aveva poi tutti i torti a protestare. (Vuoi leggere di più sulla Juve? Clicca qui)

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La prima gioia di Nainggolan

Ha provato a mettere pressione alla capolista vincendo l’anticipo del sabato; ha sperato in un suo passo falso per diminuire lo svantaggio.
Niente da fare, perché la Juve non sembra dare il minimo segno di cedimento. La Roma però continua il suo superlativo campionato, portando a casa la sua diciassettesima vittoria che la mantiene a nove lunghezze dalla vetta (con una gara in meno).

Radja Nainggolan
A Bologna per i giallorossi non è stata una scampagnata di fronte ad una squadra a caccia di punti salvezza. A decidere il match è stato il “Ninja”, all’anagrafe Radja Nainggolan, che al 37′ del primo tempo ha trovato i tempi giusti per inserirsi nell’area avversaria e siglare la sua prima rete in maglia giallorossa.
Brividi per i tifosi romanisti, con il Bologna pericoloso in più occasioni, soprattutto nel finale di gara con un colpo di testa di Lazaros che spreca l’occasione del pareggio.

Segno X per Napoli, Fiorentina e Inter

Al San Paolo è una vera e propria doccia fredda per il Napoli che assapora il sapore della vittoria e poi se la vede sfuggire al fotofinish.
Di fronte al Genoa, i partenopei si portano avanti nel primo tempo con il solito Higuain (tocco delizioso di sinistro a scavalcare Perin dopo l’ottimo assist di Hamsik); a cinque minuti dalla fine però, vedono svanire i tre punti. La beffa è doppia perché a firmare il gol del definitivo 1-1 è il grande ex Ciccio Calaiò (40 reti in maglia azzurra) con una punizione perfetta che lascia di sasso Reina.
Un punto che lascia saldamente al terzo posto il Napoli, ma che serve più al Genoa per avvicinarsi sempre di più alla salvezza (+12 dalla zona che scotta).

Non cambia nulla nemmeno in quarta piazza, occupata dalla Fiorentina reduce dal rocambolesco 2-2 di Parma. Nel posticipo del lunedì i viola rischiano addirittura di perdere di fronte al Parma dei record (13° risultato utile consecutivo), riuscendo ad acciuffare il pari solo a pochi minuti dalla fine grazie ad un’invenzione di Mati Fernandez.
Partita ricca di emozioni, anche se è un po’ troppo nervosa come dimostrato da tre espulsioni.
Emiliani avanti con Cassano ben servito da Amauri; passano due minuti e gli ospiti pareggiano con Cuadrado. Nel secondo tempo Amauri riporta il Parma avanti con un calcio di rigore.
Diakitè poi subisce la seconda ammonizione e lascia i suoi in dieci. La Fiorentina però dimostra grande carattere, pressa il Parma e trova un meritato pareggio su punizione con Fernandez.
Finale nervosissimo, con Munari e Borja Valero che si beccano tra di loro e si fanno cacciare entrambi.

All’Inter non basta la presenza di Erick Thohir per superare il Cagliari

Il presidente indonesiano è in tribuna a San Siro, ma la speranza di esultare per una vittoria si infrange sul muro alzato dal Cagliari.
Pinilla su rigore (fallo di mano che pare involontario di Juan Jesus) e Rolando sono i marcatori del match. A far discutere però, è l’arbitraggio di Russo, soprattutto per un rigore non concesso ai nerazzurri per un fallo subito da Icardi. Nemmeno il diplomatico Mazzarri, dopo la 25a partita in campionato senza nemmeno un rigore concesso, è riuscito a trattenere la rabbia: “Come faccio a non dire niente questa volta? Il rigore su Icardi è troppo clamoroso ed evidente. Un giocatore si disinteressa del pallone e va sull’uomo“.
Un’Inter davvero poco fortunata con gli arbitri in questa stagione anche se, per dovere di cronaca, va detto che non si possono non evidenziare i problemi di un gioco ancora latitante in casa nerazzurra.

Toni in forma Mondiale. I franco-marocchini spingono il Milan, ma la Samp protesta

Alzi la mano chi si sarebbe aspettato un Luca Toni a questi livelli. Trentasei anni compiuti, una carriera che pareva arrivata gli sgoccioli. Ed invece l’attaccante campione del Mondo sembra nel pieno di una seconda giovinezza, sempre più trascinatore del Verona delle meraviglie targato Mandorlini.
A Livorno Toni firma il suo 13° gol stagionale e mantiene l’Hellas al sesto posto solitario in classifica. Primo tempo dominato dagli ospiti, che arrivano all’intervallo avanti 3-0 (Jankovic, Romulo e Toni i marcatori). Si sveglia troppo tardi il Livorno, che nel secondo tempo segna due reti in due minuti con Paulinho e Greco, ma che poi non trova la zampata per il pareggio.
Festeggia così il Verona per questo 3-2 che gli permette davvero di sognare un posto in Europa.

Europa che ora sembra più vicina per il Milan dopo il successo esterno contro la Sampdoria

A Marassi i rossoneri vanno a segno con due acquisti di gennaio, i franco-marocchini Taarabt e Rami, inseritisi bene negli schemi di Seedorf e possibili riscattati nel prossimo mercato (anche se serviranno 14 milioni per poterli avere entrambi a Milano anche l’anno prossimo…).

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Milan in salute, ma Samp furibonda per la conduzione arbitrale. I blucerchiati protestano soprattutto per il secondo gol dei rossoneri, viziato da un netto fallo di Pazzini sul portiere Da Costa ostacolato al momento dell’uscita. L’arbitro Doveri non fischia nulla e nemmeno l’arbitro di porta (qual’è la sua utilità se non interviene in queste occasioni?); così la Samp insacca lo 0-2 e rimane ferma a 28 in classifica.

“Libera la Lazio!”. Uno stadio intero contro Lotito

E’ un clima surreale quello che va in scena all’Olimpico in occasione di Lazio-Sassuolo.
Nessuna coreografia pro-Lazio, ma oltre 30.000 fogli bianchi alzati dagli spettatori presenti con un chiaro invito rivolto al presidente Claudio Lotito: “Libera la Lazio”.
Il n°1 biancoceleste arriva e se ne va dallo stadio con la scorta al seguito, ma a fine partita fa capire che la sua posizione è irremovibile: “Io la Lazio non la vendo, la lascerò a mio figlio. Questi comportamenti non hanno nulla a che fare con il tifo. Dietro c’è una regia che ha altri interessi e che vorrebbe che io venda”.
Situazione tesa della quale però non ne risente, almeno sul campo, la squadra.
Nel posticipo domenicale gli uomini di Reja superano infatti il Sassuolo 3-2 e si portano a -5 dalla zona Europa.
Apre le danze Radu con un gran gol da fuori area. Pareggia l’ex Floccari, che non esulta dopo la sua marcatura. Miro Klose riporta avanti la Lazio nel secondo tempo, ma una punizione capolavoro di Floro Flores ridà speranze ai neroverdi. Il Sassuolo però è sfortunato, perché un leggero tocco di testa di Cannavaro su un cross di Radu va ad infilare il pallone in porta per il definitivo 3-2 laziale.
Quarta sconfitta consecutiva per Malesani e panchina sempre più a rischio. Un ko domenica prossima contro il Parma potrebbe davvero portare al ritorno di Eusebio Di Francesco.

Tre punti d’oro per il Chievo. Udinese e Atalanta non si fanno male

In fondo alla classifica perdono tutti ad eccezione del Chievo, che nello scontro diretto contro il Catania ottiene tre punti vitali per le speranze salvezza.
Thereau e Rigoni fanno gioire Corini e proiettano gli scaligeri momentaneamente fuori dalla zona B (21 punti come il Bologna, davanti a Livorno, Catania e Sassuolo).
Piangono invece i siciliani che dovranno rimboccarsi subito le macchine e provare a far punti già dalla prossima trasferta di Genova.

Proseguono a braccetto il proprio cammino Udinese e Atalanta, che dopo l’1-1 del Friuli salgono entrambe a 28 in graduatoria.
Il gol atalantino di Brivio ed il pareggio bianconero di Totò Di Natale (al 183° gol in serie A) non soddisfano gli spettatori presenti, che a fine gara si lasciano andare a fischi soprattutto all’indirizzo dei propri giocatori.



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